Italiano [1]
A1

 
GLI OCCHI DEL GATTO
Vi sarà capitato qualche volta di scorgere gli occhi del gatto splendere nel
buio quasi completo della notte, o di una cantina.
Come mai accade questo?
Gli occhi del gatto sono forse in grado di produrre luce, come fanno le
(riga 5) lucciole?
Per molto tempo lo si è creduto, finché si è scoperto che non è così. Se fosse
così, infatti, gli occhi del gatto risplenderebbero anche nel buio più completo.
Invece questo fenomeno si verifica solo quando il buio non è completo, e
quando siamo noi che, con una pila in mano, o con i fari della nostra automobile,
(riga 10) illuminiamo un gatto che ci sta fissando. I due occhi del gatto agiscono allora
come degli specchi, ci rimandano una parte della luce che ricevono.

Ma che cosa, in quegli occhi, serve da specchio? E quale utilità ne può
derivare al gatto? Deve essere un’utilità notevole, che controbilancia lo
svantaggio di venire scoperto dai suoi nemici.
(riga 15) L’utilità consiste in questo: la luce che penetra nel suo occhio stimola la rete
di terminazioni nervose che ne tappezza il fondo, e cioè la «retina», proprio
come accade nei nostri stessi occhi. Una parte della luce però passa oltre la
«retina», e andrebbe dunque perduta, se nell’occhio del gatto… Che c’è in più,
nell’occhio del gatto?
(riga 20) Ecco, dietro la retina vi è uno strato riflettente, vi è cioè una specie di
specchio che riflette i raggi, costringendoli a riattraversare di nuovo la retina che
riceve così una stimolazione doppia. È questa una delle ragioni per cui il gatto
riesce a vedere anche di notte, quando la luce è molto scarsa. Anche se la luce è
assai poca, egli riesce a utilizzarla due volte!
(riga 25) Quando lo illuminiamo con una lampadina che teniamo in mano, i suoi occhi
rimandano verso di noi molta della luce che ricevono, ed è per questo che ci
appaiono come luminosi.

Quanto abbiamo ora veduto ci permette anche di capire perché nel medioevo
fosse diffusa la credenza che i gatti incontrati di notte per le strade fossero la
(riga 30) personificazione del diavolo.
Nel medioevo le strade, di notte, non erano illuminate, e le persone che
giravano al buio dovevano portarsi appresso una lanterna. Gli occhi dei gatti che
incontravano riflettevano la luce giallastra della lanterna, e questo richiamava
subito alla mente dei viandanti notturni gli «occhi infuocati» che la fantasia
(riga 35) popolare attribuiva appunto al diavolo.
G. Petter, in Racconti, a c. di G. Petter e B. Grau, Firenze, Giunti Marzocco, 1983, pp. 182-183

Il testo si apre con l'espressione al futuro "vi sarà capitato" . Che cosa vuol dire questa espressione ?

A Se non vi è capitato , vi capiterà .
B Vi è senz'altro capitato , e ora non vi capiterà più .
C E' sicuro che vi capiterà .
D E' probabile che vi sia capitato .

A2

Perchè l'autore pone la domanda : "Gli occhi del gatto sono forse in grado di produrre luce ... ? " (riga 4 ) ?

A Pensa che forse è così .
B Pensa che forse non è così .
C Sa che non è così , ma interroga il lettore .
D Non sa se è così o no e il lettore nemmeno .

A3

A che cosa si riferisce il pronome lo nella frase : "Per molto tempo lo si è creduto" (riga 6) ?

Al fatto che gli occhi del gatto ...

A splendono nel buio .
B sono in grado di produrre luce .
C splendono solo se illuminati da una pila .
D agiscono come specchi .

A4

Che cosa vuol dire l'espressione "un'utilità notevole" (riga 13) ?

A Un'interessante utilità .
B Una qualche utilità .
C Un'utilità riconosciuta .
D Una grande utilità .

A5

Qual è il significato di "controbilancia lo svantaggio" nelle frase : "un'utilità notevole , che controbilancia lo svantaggio scoperto dai suoi nemici" (righe 13-14) ?

A Equilibria uno svantaggio .
B Va ad aggiungersi ad uno svantaggio .
C Può diventare uno svantaggio .
D Trasforma uno svantaggio in vantaggio .

A6

A che cosa si riferisce il pronome ne nella frase : "la rete di terminazioni nervose che ne tappezza il fondo" (righe 15-16) ?

A La rete .
B Il suo occhio .
C Il fondo .
D Le terminazioni nervose .

A7

Che cos'è la retina (riga 16) ?

A Il fondo dell'occhio .
B La rete di terminazioni nervose .
C Uno specchio .
D Lo strato riflettente che rimanda indietro la luce .

A8

Perchè l'autore non finisce la frase : "se nell'occhio del gatto ..." (riga 18) e mette invece tre puntini di sospensione ?

A Vuole incuriosire e far continuare la lettura .
B Ritiene inutile continuare perchè tutti sanno .
C Non sa come proseguire perchè non trova le parole adatte .
D Ha detto qualcosa di impreciso , che preciserà in seguito .

A9

Quale parte del discorso è il che nella frase : "Che c'è in più , nell'occhio del gatto ?" (righe 18-19) ?

A Una congiunzione .
B Un avverbio .
C Un pronome .
D Una preposizione .

A10

Nella frase : "vi è cioè una specie di specchio" (righe 20-21) , con che cosa si può sostituire la parola cioè ?

A Inoltre .
B Per questo .
C In altre parole .
D Anzi .

A11

Che cosa accade ai raggi luminosi quando colpiscono gli occhi del gatto (righe 20-23) ?

A Vengono riflessi e tornano indietro .
B Producono altri raggi luminosi .
C Vengono assorbiti e utilizzati più tardi .
D Si perdono nel fondo dell'occhio del gatto .

A12

Perchè i viandanti notturni temevano il gatto come "personificazione del diavolo" (riga 30) ?

A Il gatto poteva vedere nel buio e loro no .
B La luce dei suoi occhi nella notte era più forte di quella di una lanterna .
C Il suo sguardo era cattivo come quello del diavolo .
D I suoi occhi sembravano brillare di luce propria e parevano infuocati .

A13

Che cosa significa l'espressione "portarsi appresso" (riga 32) ?

A Portare spesso .
B Portare in spalla .
C Portare con sè .
D Portare con fatica .

A14

Quale utilità deriva al gatto dalla particolare struttura dei suoi occhi ?

A Produrre luce .
B Vedere nel buio .
C Fare paura all'uomo .
D Essere visto meglio .

A15

Qual è l'intenzione di chi ha scritto questo testo ?

A Convincere che il gatto è un animale interessante .
B Raccontare come nel medioevo si vedevano gli animali .
C Sostenere che il gatto è un animale che fa paura all'uomo .
D Spiegare un fenomeno sorprendente ma naturale .

B1

 
I CAPELLI DEL GIGANTE
Una volta c’erano quattro fratelli. Tre erano piccolissimi ma tanto furbi, il
quarto era un gigante dalla forza smisurata ma era molto meno furbo degli altri.
La forza ce l’aveva nelle mani e nelle braccia, ma l’intelligenza ce l’aveva
nei capelli. I suoi furbi fratellini gli tagliavano i capelli corti corti, perché
(riga 5) restasse sempre un po’ tonto, e poi tutti i lavori li facevano fare a lui, che era
tanto forte, e loro stavano a guardarlo e intascavano il guadagno.
Lui doveva arare i campi, lui spaccare la legna, fare girare la ruota del
mulino, tirare il carretto al posto del cavallo, e i suoi furbi fratellini sedevano a
cassetta e lo guidavano a suon di frusta.
(riga 10) E mentre sedevano a cassetta tenevano d’occhio la sua testa e dicevano:
— Come stai bene con i capelli corti.
— Ah, la vera bellezza non sta mica nei riccioli.
— Guardate quel ciuffo che si allunga: stasera ci vorrà un colpetto di forbici.
Intanto si strizzavano l’occhio, si davano allegre gomitate nei fianchi e al
(riga 15) mercato intascavano i soldi, andavano all’osteria e lasciavano il gigante a fare la
guardia al carretto.
Da mangiare gliene davano abbastanza perché potesse lavorare; da bere poi,
gliene davano ogni volta che aveva sete, ma solo vino di fontana.
Un giorno il gigante si ammalò. I suoi fratellini, per paura che morisse mentre
(riga 20) era ancora buono a lavorare, fecero venire i migliori medici del paese a curarlo,
gli davano da bere le medicine più costose e gli portavano la colazione a letto.
E chi aggiustava i cuscini, chi gli rimboccava le coperte. E intanto gli
dicevano:
— Vedi quanto ti vogliamo bene? Tu dunque, non morire, non farci questo
(riga 25) torto.
Erano tanto preoccupati per la sua salute, che si dimenticarono di tener
d’occhio la capigliatura. I capelli ebbero il tempo di crescere lunghi come non
erano mai stati e con i capelli tornò al gigante tutta la sua intelligenza.

Egli cominciò a riflettere, a osservare i suoi fratellini, a sommare due più due
(riga 30) e quattro più quattro. Comprese finalmente quanto essi fossero stati perfidi, e lui
tonto, ma subito non disse nulla. Aspettò che gli tornassero le forze e una
mattina, mentre i suoi fratellini dormivano ancora, egli si alzò, li legò come
salami e li caricò sul carretto.
— Dove ci porti, fratello caro, dove porti i tuoi amati fratellini?
(riga 35) — Ora vedrete.
Li portò alla stazione, li ficcò in treno legati come stavano e per tutto saluto
disse loro: — Andatevene, e non fatevi più rivedere da queste parti. Mi avete
ingannato abbastanza. Adesso il padrone sono io.
Il treno fischiò, le ruote si mossero, ma i tre furbi fratellini se ne stettero
(riga 40) buoni buoni al loro posto e nessuno li ha rivisti mai più.
G. Rodari, in Favole al telefono, Torino, Einaudi, 1962, pp. 46-47

Perchè i fratelli dicono al gigante che sta bene con i capelli corti ?

A Per guadagnare il suo affetto .
B Per umiliarlo .
C Per tenerlo sottomesso .
D Per fargli un complimento .

B2

Quale parola tra le seguenti si potrebbe inserire dopo la congiunzione e nella frase : "... e i furbi fratellini sedevano ..." (righe 8-9) ?

A Invece .
B Anche .
C Poi .
D Infatti .

B3

Che cos'è quel nell'espressione "quel ciuffo" (riga 13) ?

A Pronome possessivo .
B Aggettivo possessivo .
C Pronome dimostrativo .
D Aggettivo dimostrativo .

B4

Quando i tre fratelli "si strizzavano l'occhio" a che cosa stavano pensando (riga 14) ?

A Divertirsi al mercato .
B Andare all'osteria .
C Accorciare i capelli al gigante .
D Fare ubriacare il gigante .

B5

Che cosa significa l'espressione "vino di fontana" (riga 18) ?

A Vino fatto in casa .
B Vino pregiato .
C acqua e vino .
D Acqua naturale .

B6

Perchè i fratelli mostrano tante attenzioni verso il gigante malato (righe 19-25) ?

A Sono addolorati per la malattia del gigante .
B Hanno paura di perdere la compagnia del gigante .
C Temono di perdere chi fa il lavoro al loro posto .
D Desiderano conservare l'affetto del gigante .

B7

La forma verbale morisse (riga 19) è coniugata al ...

A congiuntivo imperfetto .
B congiuntivo presente .
C indicativo imperfetto .
D indicativo presente .

B8

Con quale parola si può sostituire dunque nella frase : "Tu dunque , non morire ..." (riga 24) ?

A Inoltre .
B Infatti .
C Pure .
D Quindi .

B9

Qual è il significato dell'espressione "tener d'occhio" (righe 26-27) ?

A Aguzzare lo sguardo .
B Controllare regolarmente .
C Tenere gli occhi aperti e fissi .
D Custodire attentamente .

B10

Perchè i tre fratelli si dimenticano di tagliare i capelli al gigante (righe 26-27) ?

A Sono troppo in ansia .
B Hanno poca memoria .
C Hanno molto lavoro nei campi .
D Hanno la testa fra le nuvole .

B11

Che cosa significa che il gigante comincia a "sommare due più due e quattro più quattro" (righe 29-30) ?

A Decide di reagire immediatamente .
B Ragiona su quello che gli è successo .
C Calcola quanto i fratelli gli hanno rubato .
D Fa un piano per vendicarsi .

B12

Con quale parola si può sostituire perfidi (riga 30) ?

A Violenti .
B Malvagi .
C Vili .
D Traditori .

B13

Perchè i fratelli "se ne stettero buoni buoni al loro posto" (righe 39-40) ?

A Ormai il treno era partito e non potevano tornare indietro .
B Non ne potevano più della prepotenza del fratello .
C Credevano di trovare un futuro migliore lontano del gigante .
D Non avrebbero comunque potuto fare niente .

B14

Perchè il gigante alla fine della storia esclama : "Adesso il padrone sono io" ?

A Sa di essere più furbo dei suoi fratelli .
B Potrà farsi crescere i capelli come verrà .
C Sa di avere in mano la situazione .
D Potrà far lavorare i suoi fratelli .

B15

Qual è la "morale" contenuta nella storia ?

A La perfidia e l'inganno non pagano .
B L'intelligenza risiede nei capelli .
C L'unione fa la forza .
D Meglio soli che male accompagnati .



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