Non ci
crederete, e siete liberi di farlo, ma con le pilloline magiche
della
signora bidella il mal di pancia divenne un pallido e sbiadito
ricordo. Quando
entravo a scuola la mattina io e lei incrociavamo i nostri sguardi
e se il mio era
un po’ storto lei infilava una mano nella tasca e tirava fuori
una pillolina alla
( riga 5) fragola. Io la prendevo e dopo aver ringraziato me
la cacciavo in bocca. Tempo
di arrivare su al secondo piano, in classe, e il mal di pancia
se n’era andato.
Quelle pilloline erano davvero portentose!
Pensavo che se erano state così utili nel mio caso avrebbero
potuto esserlo
per tanti altri bambini che soffrivano del mio stesso problema.
Anche mamma,
(riga 10) quand’era bambina, se le avesse avute non avrebbe
sofferto di mal di pancia.
“Cosa?” esclamò quando le raccontai tutta la storia. “Quali
pilloline?”
“Sono pilloline contro il mal di pancia. La signora bidella
dice che anche suo
figlio soffriva della stessa cosa e ora sta benissimo”.
Ma anziché essere felice per me, mamma fece una faccia che ve
la
(riga 15) raccomando.
“Raccontami tutto”, ordinò, e quando ebbi vuotato il sacco lei
disse che
l’indomani mattina avrebbe fatto due chiacchiere con la bidella
e io mi pentii di
averne parlato. Mamma mi avrebbe sicuramente proibito di prenderne
delle
altre e forse avrebbe fatto addirittura arrestare la povera
bidella.
(riga 20) Quella notte dormii poco e male, travolto dai sensi
di colpa e dai rimorsi.
Il mattino dopo, mamma mi portò a scuola camminando veloce come
una
che vuole vincere la maratona. Io facevo una fatica cane a starle
dietro anche
perché mi era venuto un mal di pancia di quelli tosti, e temevo
che non avrei
potuto avere la mia pillolina magica. Non appena fummo dentro,
infilai le scale
(riga 25) veloce come la luce poiché non volevo assistere a
drammi in diretta. Mamma
invece si diresse decisa verso la bidella che, ignara di tutto,
scribacchiava
qualcosa alla sua scrivania. Mi fermai in cima alle scale a
spiare la scena,
curioso.
Mamma parlò tenendo gli occhi fissi sulla bidella, che alla
fine del discorso
(riga 30) cacciò una mano in tasca, la tasca dove di solito
teneva le magiche pilloline
contro il mal di pancia, e ne tirò fuori una mostrandola alla
mamma. A quel
punto, del tutto inaspettatamente, mamma se la mise in bocca
e rimase per un
po’ assorta. Perché le assaggiava, mi chiesi? Che a furia di
camminare veloce le
fosse venuto anche a lei il mal di pancia?
(riga 35) Studiavo la faccia di mamma, pronto a distogliere
lo sguardo nel caso si
fosse avventata come una furia contro la povera e innocente
bidella. Invece in
un attimo tutta la tensione che leggevo sul suo viso sparì.
Le rughette
imbronciate si rilassarono e la vidi perfino sorridere! Anche
la bidella sorrise.
Poi si strinsero le mani. Alla fine mamma se ne andò e la bidella
si rimise a
(riga 40) scribacchiare alla scrivania. A quel punto il maestro
mi chiamò: “Alvise! Cosa fai
là sulle scale?”
Io non risposi, però entrai in classe senza farmelo ripetere.
Passai il resto della mattinata a torturarmi con pensieri e
domande senza
risposta. Provai ad avvicinare la bidella durante la ricreazione
ma, giunto a
(riga 45) pochi metri da lei, dovetti desistere. Pensavo che
ce l’avesse con me perché ero
andato a spifferare a mamma quello che lei probabilmente riteneva
un segreto.
Il pomeriggio fu ancora peggio. Feci il conto alla rovescia
delle ore e dei minuti
che mi separavano dall’uscita. Cosa mi avrebbe detto mamma?
Quale sarebbe
stato il futuro della signora bidella e delle sue magiche pilloline?
E soprattutto
(riga 50) quale destino avrebbe avuto il mio mal di pancia mattutino?
“Tutto risolto”, disse mamma quando venne a prendermi all’uscita.
Io la guardai senza capire.
“La signora bidella ha l’autorizzazione”, disse. “L’autorizzazione
per le pillole
contro il mal di pancia. È tutto in regola”.
(riga 55) “Davvero?” Non riuscivo a crederci.
“Davvero!”
Tirai un sospiro di sollievo: la brava donna non sarebbe stata
arrestata per
colpa mia e io avrei potuto completare la mia cura contro il
mal di pancia.
“Ti ho vista che ne assaggiavi una”, le confessai.
(riga 60) “Avevo un inizio di mal di pancia e la signora bidella
è riuscita a convincere
anche me!”
“E poi ti sei sentita meglio?”
“Praticamente da subito!”
(Tratto e adattato da: Guido Sgardoli, Due per uno, Roma, Nuove
Edizioni Romane, 2011)
|