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Molto molto
tempo fa – racconta nonna Francesca – nei prati non c’erano i
fiori. I prati erano verdi, e soltanto verdi.
Una bambina, Mirtilla, passava le mattine correndo nell’erba o
sedendosi sotto una quercia a guardare le farfalle. Che colori
meravigliosi avevano! Punteggiavano il verde del prato con tante
piccole macchie gialle, rosse, azzurre, bianche. Tutto il prato,
quando esse arrivavano, diventava allegro. Quando invece le farfalle
mancavano, il prato sembrava malinconico.
Mirtilla avrebbe voluto che le farfalle restassero sempre nel
prato, con i loro splendidi colori, a farle compagnia. “Restate
con me, – diceva – io sono una vostra amica!”
Ma le farfalle non le davano retta e, quando a mezzogiorno il
sole caldo inondava il prato e le ombre degli alberi diventavano
corte corte, sparivano silenziosamente portandosi via i loro bellissimi
colori. Restava solo il verde dell’erba.
Mirtilla cercò allora altri modi per fare restare le farfalle.
Spalmò sui fili d’erba più alti un po’ di miele, sperando che
si fermassero a succhiarlo. Su altri mise del vischio, sperando
che vi restassero appiccicate. Su altri ancora mise dei laccetti
di seta… Ma le farfalle erano furbe e si accorgevano in tempo
delle trappole. A un certo punto smisero anche di venire.
Senza di loro Mirtilla non riusciva più a essere allegra. Sperava
sempre che tornassero, le aspettava, ogni tanto guardava verso
il bosco per vedere se qualcuna arrivava, ma niente.
Una mattina, mentre stava seduta sotto la quercia, si addormentò.
E mentre dormiva fece un bel sogno. Sognò che da un foro della
quercia spuntava la testa di una fata. Era senza dubbio una fata,
con i capelli bianchi e il viso sorridente. Dopo la testa, la
fata mise fuori anche le braccia. Teneva in mano un ventaglio
di tanti colori.
“Chi sei?” chiese nel sogno Mirtilla.
“Sono la fata Ghiandona. Vivo qui dentro ormai da cent’anni, sono
così vecchia che non riesco neanche più a uscire. Ogni tanto mi
affaccio per vedere quello che succede nel mondo. Ti vedo giocare
e so che sei triste perché le farfalle non vengono più a farti
compagnia. Io vorrei invece vederti allegra. Esprimi un desiderio
e cercherò di soddisfarlo, se posso.”
“Fai tornare le farfalle – disse Mirtilla – e falle restare per
sempre nel prato.”
La fata scosse la testa: “Non si possono tenere ferme le farfalle
in un prato, sono fatte per volare libere, e solo se volano in
libertà conservano i loro splendidi colori. Però, vediamo, forse
posso fare qualcosa per dare al prato i colori che ti piacevano
tanto.
La fata soffiò sul ventaglio tre volte…
Quando Mirtilla si svegliò, Ghiandona non c’era più. Mirtilla
si guardò intorno e quasi non riusciva a credere a quel che vide.
Le farfalle non erano tornate, ma nel prato erano spuntati in
mezzo all’erba tanti magnifici fiori, gialli, bianchi, rosa, azzurri,
violetti, proprio come il ventaglio della fata. |
La storia
della nonna racconta ...
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