A1
Ostacoli
alla gioia di studiare |
Se alla tua
età, qualcuno mi avesse detto che studiare è una gioia, avrei
reagito con
scetticismo, formulando obiezioni simili a quelle che seguono:
«Come sarebbe a dire che studiare è divertente?! Che gusto si
prova studiando avvenimenti
di secoli addietro e cosa mi può insegnare una formula di matematica?
(riga 5) Studiare è una noia, una fatica e basta, altro che divertimento…»
Ma la gioia si scopre e l’hanno scoperta tantissimi giovani, proprio
perché hanno
voluto provare ad impegnarsi in un nuovo modo, prendendo coscienza
delle loro
grandi ed immense potenzialità. […]
Mentre frequentavi la prima elementare, nonostante la timidezza
ed un naturale disagio
(riga 10) per l’ambiente sconosciuto, provavi curiosità e desiderio
di apprendere; l’esperienza
era colma di paure ma anche di straordinarie emozioni.
Probabilmente ti sarai già dimenticato della soddisfazione provata
nel leggere le
prime pagine di un libro.
Ma quanta dedizione nell’imparare a leggere o scrivere!
(riga 15) Se il risultato dei nostri sforzi è positivo, proviamo
una soddisfazione che trasforma
in gioia la fatica compiuta.
Durante il cammino scolastico possiamo incontrare ostacoli come
una maestra
troppo severa, che esige buoni risultati senza incoraggiarci in
quelle prove che inizialmente
richiedono una maggiore applicazione.
(riga 20) E ancora: possiamo trovare difficoltà con i compagni
di classe, che si prendono gioco
di noi, magari per un solo insuccesso.
Fanno così comparsa le prime «sofferenze interiori», sofferenze
che a volte non abbiamo
il coraggio di confidare ai nostri genitori.
Nascondiamo il brutto voto per non deluderli, perché ce ne vergogniamo,
costringendoli
(riga 25) a punirci e rimproverarci per aver taciuto o mentito.
Vedi com’è facile partire col piede sbagliato?
Nascono così i primi condizionamenti negativi e le conseguenti
reazioni di rabbia,
ansia e malcontento per questa scuola che «mi fa litigare con
i miei, mi costringe
a rinunciare al gioco e al divertimento, mi fa fare brutte figure,
facendomi sentire
(riga 30) ridicolo, goffo ed impacciato».
Questi condizionamenti sono tanto più forti se legati ai primi
anni di studio, ma sono
ugualmente presenti, ogni volta che incontriamo difficoltà o situazioni
di conflitto,
legate al mondo della scuola.
Ed è proprio per queste ragioni che, quasi inconsapevolmente,
arriviamo a costruire
(riga 35) un «atteggiamento negativo» nei confronti dello studio
e della scuola.
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.P.
Lombardo, La gioia di studiare, Edizioni Ae dell’Aurora
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Quale
argomentazione è affrontata nel testo ?
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