A7_a
Leggi con
attenzione il testo e scegli l'alternativa corretta tra quelle proposte
.
La massiccia
presenza, fino a non molto tempo fa, di cartoni animati giapponesi
sugli schermi televisivi italiani è dovuta ad un complesso di
fattori, primo tra
tutti un sistema di produzione che ha permesso al Giappone, dalla
fine degli
anni '50, di realizzare lungometraggi e serie televisive di animazione,
in grado
di sfondare anche in America e in Europa.
In Giappone, infatti, la passione per i fumetti e per i cartoni
animati è stata
sin dall'inizio molto più diffusa che non in Europa; così si crearono
a getto
continuo prodotti per il mercato interno. I costi venivano coperti
grazie allo
sfruttamento sugli schermi giapponesi; ciò permetteva poi di vendere
a basso
costo gli stessi prodotti sul mercato internazionale. Questo spiega
perchè dagli
anni '60 agli anni '80 c'è stata la corsa all'acquisto di “serie”televisive
giapponesi in tutto il mondo. In Italia il fenomeno è scoppiato
negli anni '70,
con la nascita della televisione privata. Per riempire il palinsesto
e attirare
il pubblico infantile spendendo poco, i cartoni giapponesi si
sono rivelati la
carta vincente; tanto più che per le loro storie essi attingevano
all'immaginario europeo (da “Pinocchio” a “Heidi” a “Cuore”).
In più l'intraprendenza mercantile del Sol Levante ha saputo sfruttare
il boom
dei cartoni per imporre sul mercato anche giocattoli ad essi ispirati
(pensiamo
a Goldrake o a Mazinga).
Contrariamente a quanto si pensa, i cartoni giapponesi non sono
realizzati con
il computer: semplicemente per abbassare i costi di produzione
invece di
utilizzare 24 disegni al secondo (lo standard dei cartoni di Disney
o di Hanna &
Barbera), gli animatori giapponesi utilizzano 6 o al massimo 8
disegni al
secondo; questo spiega anche perchè gli eroi giapponesi abbiano
pochissime
espressioni. |
.Da
“Specchio della Stampa”, 6 aprile 2006 |
Uno dei
fattori primari del successo mondiale dei cartoni animati giapponesi
è :
|