Italiano [10]
© 2010 Zanichelli Editore
A1
Un’opera d’arte
(riga 1) Con sotto il braccio un oggetto avvolto nel numero 223 de «Le notizie di
borsa» Saša Smirnòv, unico figliuolo di sua madre, entrò nel gabinetto del
dottor Koselkòv facendo la faccia acida.
«Ah, caro ragazzo!» così lo accolse il dottore. « Bè! come ci sentiamo? Che
(riga 5) mi dite di bello?»
Saša batté le palpebre, si portò una mano al cuore e disse con voce com-
mossa:
«La mamma vi manda a salutare, Ivàn Nikolàevic! e mi ha ordinato di ringraziarvi...
Io sono l’unico figlio di mia madre, e voi mi avete salvato la vita...
(riga 10) mi avete curato una malattia pericolosa, e... noi due non sappiamo come
ringraziarvi». «Lasciamo andare, ragazzo!» lo interruppe il dottore, torcendo
il viso dalla soddisfazione. «Io ho fatto soltanto quello che chiunque altro
avrebbe fatto al mio posto.» «Io sono l’unico figlio di mia madre... Noi siamo
povera gente e naturalmente non possiamo pagarvi per il vostro lavoro... e
(riga 15) ne abbiamo rimorso, dottore, sebbene, del resto, mamma e io, unico figlio di
mia madre, con persuasione vi preghiamo di accettare in segno della nostra
gratitudine... ecco, questo oggetto, che... è un oggetto molto caro, di bronzo
antico... un’opera d’arte rara.» «Ma non è necessario!» e il dottore si accigliò.
«Perché mai?» «No, vi prego, dottore, non rifiutate,» continuò a borbottare
(riga 20) Saša, svolgendo l’involto. «Con un rifiuto ci offendereste, me e mamma...
L’oggetto è molto bello... di bronzo antico... Ci viene dal mio povero papà e
l’abbiamo conservato come un caro ricordo... Il mio papà comprava bronzi
antichi e li rivendeva agli amatori. La mamma ed io continuiamo il mestiere
di papà ...»
(riga 25) Saša svolse l’oggetto e solennemente lo posò sul tavolo. Era un piccolo
candelabro di vecchio bronzo, lavorato artisticamente. Rappresentava un
gruppo: sul piedistallo stavano due figure femminili nel costume d’Eva e in
pose, a descrivere le quali non mi basta né l’ardire né il temperamento. Le
figure sorridevano civettuole e in generale avevano l’aria di essere pronte, se
(riga 30) non avessero avuto l’obbligo di sostenere il candeliere, a saltar giù dal piedistallo
per organizzare nella stanza un tal baccanale da non poterci neppure
pensare senza vergognarsi.
Vedendo il regalo, il dottore si grattò subito dietro un orecchio, si raschiò
la gola e indeciso si soffiò il naso.
(riga 35) «Sì, l’oggetto è veramente molto bello,» mormorò, «ma... come dire, non
è... non è abbastanza letterario... Non è neppure scollacciato, ma lo sa il diavolo
che roba è...».
«Ma come, perché?»
«Lo stesso serpente tentatore... non avrebbe potuto inventare qualche
(riga 40) cosa di più sconcio... A metter sul tavolo una tale fantasmagoria, significherebbe
insudiciare tutta la casa!»
«Che strana concezione avete dell’arte, dottore!» disse Saša offeso.
«Questo è un oggetto artistico, guardate! Tanta bellezza ed eleganza che
l’anima si riempie di un sentimento di venerazione e vengono le lacrime in
(riga 45) gola! Vedendo una tale bellezza, ci si dimentica delle cose terrene... Guardate
quanto movimento, che massa d’aria, che espressione!»
«Lo capisco benissimo, mio caro,» lo interruppe il dottore, «ma io ho famiglia,
qui scorrazzano i bambini, vengono delle signore».
«Certo, se si guarda dal punto di vista della folla,» disse Saša, «ma un
(riga 50) oggetto di così alta arte deve essere guardato sotto un’altra luce... Ma, dottore,
siate superiore alla folla, tanto più che col vostro rifiuto voi offendete
profondamente me e la mamma. Io sono l’unico figlio di mia madre... voi mi
avete salvato la vita... Noi vi diamo l’oggetto più caro che abbiamo... e io mi
rammarico solo che voi non abbiate un altro candelabro uguale per far la
(riga 55) coppia ...».
«Grazie, tesoro, vi sono molto grato... Salutatemi la mamma, e in nome di
Dio, giudicate voi stesso; qui ci razzolano i ragazzi, vengono delle signore...
Bé, del resto, lasciatelo pure! Non riuscirei a convincervi.»
«Non c’è da convincere» disse Saša tutto lieto. «Questo candelabro lo met-
(riga 60) tete qui, accanto a questo vaso. Che peccato che non ci sia la coppia! Un vero
peccato! Arrivederci, dottore.»
Uscito che fu Saša, il dottore guardò a lungo il candelabro, si grattò dietro
l’orecchio e rifletté:
«L’oggetto è magnifico, non c’è questione,» pensò, «e buttarlo via è pec-
(riga 65) cato... Lasciarlo qui è impossibile... Uhm! Un bel problema! A chi lo potrei
regalare o offrire?».
Dopo lunga riflessione, si ricordò di un buon amico, l’avvocato Uchov, al
quale era debitore per la difesa di una causa.
«Benissimo,» decise dentro di sé. «Come amico non accetterebbe da me
(riga 70) denaro, e sarà molto elegante presentargli in dono un bell’oggetto. Porterò a
lui questa diavoleria! Del resto, è scapolo e senza pensieri caposcarico...»
Senza rinviar la cosa, il dottore si vestì, prese il candelabro e si recò da
Uchov.
«Salve, amico!» disse, trovando l’avvocato in casa. «Sono venuto... sono
(riga 75) venuto per ringraziarti, caro, delle tue fatiche... Denaro non vuoi prenderne;
accetta perciò questo oggettino... ecco, caro... Una cosuccia, ma una magnificenza!
» Vedendo la cosuccia, l’avvocato fu preso da indescrivibile entusiasmo.
«Accidenti che pezzo!» esclamò ridendo, «che il diavolo se lo porti, ci
vuol proprio il diavolo per inventare una cosa simile! Stupendo, magnifico!
(riga 80) Dove hai trovata una tale bellezza?».
Riversato l’entusiasmo, l’avvocato guardò la porta come se avesse timore
e disse: «Solo, fratello caro, portati via il regalo. Io non lo prendo...» .
«Perché?» il dottore si spaventò.
«Perché... perché da me vengono mia madre, delle clienti... e anche di
(riga 85) fronte alla donna di servizio mi fa scrupolo.» «No, no, no... Non puoi rifiuta-
re,» il dottore fece un gesto con le mani. «è una porcheria da parte tua! Un
oggetto d’arte... quanto movimento... espressione... Non voglio nemmeno
parlare! Mi offendi!» «Se si potesse ricoprirlo un po’, metterci delle foglie di
fico...» Ma il dottore fece un gesto ancora più energico con le mani, saltò
(riga 90) fuori dall’appartamento di Uchov e, soddisfatto di essersi liberato del regalo,
tornò a casa... Dopo che egli fu uscito, l’avvocato osservò il candelabro, lo
palpò da tutte le parti con le dita e, come il dottore, a lungo si ruppe la testa
sul problema: a chi fare un regalo? «L’oggetto è bellissimo,» rifletteva, «buttarlo
via è peccato, tenerlo in casa è indecente... Meglio di tutto, regalarlo a
(riga 95) qualcuno... Ecco, porterò il candelabro questa sera al comico Sàskin. Quella
canaglia ama questo genere di oggetti e stasera è la sua serata d’onore...».
Detto fatto. La sera stessa il candelabro, accuratamente avvolto, fu portato
al comico Sàskin. Per tutta la sera il suo camerino fu affollato di uomini
che venivano ad ammirare il regalo: per tutto il tempo il camerino risuonò di
(riga 100) esclamazioni entusiastiche e di risate, simili a nitriti. Se però qualche attrice
si avvicinava alla porta e domandava: « È permesso?» subito la voce rauca del
comico rispondeva: «No, no, cara. Non sono vestito!».
Dopo lo spettacolo il comico scrollò le spalle, allargò le braccia e disse:
«E ora dove metto questa porcheria? Io vivo in famiglia! E da me vengono
(riga 105) delle attrici. Non è una fotografia che la puoi nascondere in un cassetto!».
«E voi, signore, vendetela,» gli suggerì il parrucchiere, che lo stava sve-
stendo. «Qui nel sobborgo c’è una vecchietta, che compra vecchi bronzi...
Andateci e domandate della Smirnòva... La conoscono tutti.»
Il comico seguì il consiglio... Un paio di giorni più tardi il dottore Koselkòv
(riga 110) era nel suo gabinetto e con un dito sulla fronte pensava agli acidi del fiele. A
un tratto si aprì la porta e nel gabinetto irruppe Saša Smirnòv. Sorrideva raggiante
e tutta la sua figura emanava felicità. Teneva in mano un oggetto
avvolto in un giornale.
«Dottore!» cominciò, ansimando. «Figuratevi la mia gioia! Per vostra for-
(riga 115) tuna ci è riuscito di procurarci un candelabro come il vostro per fare il paio...
Anche la mamma è felice... io sono l’unico figlio di mia madre... Voi mi avete
salvato la vita...»
E Saša, tutto tremante per il sentimento di riconoscenza, pose davanti al
dottore il candelabro. Il dottore spalancò la bocca, avrebbe voluto dire qual-
(riga 120) cosa, ma non disse nulla. La lingua gli si era paralizzata.
(A.P. Cechov, Un’opera d’arte, in Racconti, Garzanti, Milano, 1993)

L'oggetto che Saša porta in dono al dottor Koselkōv si trova

A nascosto sotto la giacca .
B dentro la borsa .
C incartato in un giornale .
D in una scatola .

A2

Nella riga 15 sebbene introduce un'affermazione con cui Saša :

A evidenzia un motivo che dovrebbe limitare il suo senso di colpa .
B prevede le conseguenze del suo regalo .
C accusa velatamente il medico di esigere una ricompensa .
D spiega le ragioni del suo regalo .

A3

Saša fa un regalo al dottore per

A corromperlo .
B mostrargli riconoscenza .
C ottenere un favore .
D metterlo a disagio .

A4

Saša č

A uno studente .
B un avvocato .
C un attore .
D un antiquario .

A5

Con l'espressione costume d'Eva (riga 27) , il narratore intende affermare che le due figure femminili del candelabro

A indossano abiti sexy .
B portano un costume da bagno .
C sono completamente svestite .
D sono vestite con eleganza .

A6

Alla vista del candelabro , il dottore compie alcuni gesti (righe 33-34 : si grattō ... naso) che sottolineano

A imbarazzo .
B divertimento .
C compiacimento .
D disappunto .

A7

Il termine scollacciato (riga 36) significa

A indecente .
B malamente incollato .
C senza collo .
D con una scollatura .

A8

Saša cerca di convincere il dottore ad accettare il candelabro evidenziandone

A il valore economico .
B l'originalitā .
C la possibilitā di rivenderlo facilmente .
D la qualitā artistica .

A9

Il medico ritiene che l'avvocato Uchov sia il soggetto ideale a cui regalare il candelabro perchč

A non ha famiglia .
B non teme il giudizio degli altri .
C č un amante degli oggetti artistici .
D č privo di senso del pudore .

A10

Quando consegna il candelabro all'avvocato , il dottore utilizza i termini diminutivi oggettino e cosuccia (riga 76) per

A mascherare il proprio imbarazzo .
B prendersi gioco di Uchov .
C manifestare la sua tenerezza nei confronti dell'amico .
D scusarsi delle dimensioni ridotte del candelabro .

A11

Uchov porta il candelabro al comico Sāskin accuratamente avvolto (riga 97) per

A fare capire all'amico che si tratta di un regalo .
B sorprendere l'amico .
C nascondere l'oscenitā .
D non rovinarlo .

A12

Dal camerino del comico provengono esclamazioni entusiastiche e risate , simili a nitriti (riga 100)

A per la presenza di alcune attrici .
B per l'eccitazione provocata dal candelabro .
C perchč Sāskin e i suoi amici sono ubriachi .
D a causa delle battute divertenti dell'attore .

A13

Sāskin avrebbe tenuto il candelabro se

A avesse potuto ricoprirlo con foglie di fico .
B avesse potuto lasciarlo nel camerino del teatro .
C avesse avuto la possibilitā di nasconderlo .
D non fosse stato un regalo di Uchov .

A14

Saša ritorna dal medico con un candelabro da accoppiare al precedente perchč

A lo ha ritrovato in un angolo della sua bottega .
B la prima volta lo aveva dimenticato .
C Sāskin lo ha rivenduto a sua madre .
D lo ha scoperto in un negozio di antiquariato .

A15

Gli episodi narrati durano

A qualche settimana .
B pochi giorni .
C alcuni mesi .
D un giorno .

A16

La vicenda narrata nel racconto č

A psicologica .
B realistica .
C comica .
D fantastica .

A17

Quale , tra i seguenti , ti sembra possa essere il significato del racconto ?

A E' meglio non accettare regali .
B La riconoscenza ha sempre la meglio sull'ingratitudine .
C Le opere d'arte non sono mai volgari .
D L'uomo non sempre controlla gli eventi .



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