ESAME DI STATO |
PARTE PRIMA – TESTO A LO SCONOSCIUTO Il taxi filava a forte andatura per i viali della città sconosciuta. Correva verso un appuntamento per me importantissimo, dal quale dipendeva forse tutta la mia carriera. Se avessi mancato quell’incontro con il personaggio che di lì a un’ora sarebbe a sua volta ripartito, il mio avvenire poteva essere diverso. Io ero insomma, come capita non molto 5 → spesso nella vita, in un ingranaggio della Sorte, anche perché il taxista mi aveva detto che per raggiungere l’indirizzo indicatogli ci voleva una buona mezz’ora, ed io stavo sulle spine: la foratura di una gomma, un passaggio a livello chiuso o un altro banale incidente potevano farmi arrivare con un ritardo irreparabile. Seduto nella scatola un po’ antiquata del taxi, guardavo l’uomo al volante davanti a 10 → me: un individuo di mezza età, grosso e mal ritagliato. Sulla sua nuca cotennosa troneggiava un foruncolo. Mi parve disgustoso. Quello spettacolo sgradevole contribuì ad accrescere il mio malumore, una sorta d’infausto presagio. Chi era quel tizio a me tanto vicino e in effetti così estraneo e lontano, nelle cui mani avevo messo un segmento così importante del mio destino? Da quel foruncolo, per un gusto del fantasticare proprio del mio mestiere, provai a 15 → calarmi in lui, animale uomo come me, a ricostruirgli dentro e attorno una realtà e una storia: famiglia, vizi, opinioni, dolori e allegrie. Ne ignoravo il volto, che nella fretta di salire non avevo neppure guardato. Poteva avere baffoni da tartaro, o il naso a spugna del bevitore, o le sopracciglia congiunte del criminale, o addirittura – perché no? – la grinta frigida e allucinante del marziano. Egli era solo quella massiccia nuca deturpata dal foruncolo 20 → e incastellata su un giaccone in pelle orlato di coniglio che traballava ai sussulti della corsa. Nulla, assolutamente nulla lui sapeva di me. E io, di lui, solo che pativa di foruncoli sul collo. No: ecco adesso sapevo che il marziano amava la musica. Aveva allungato la mano rossiccia e acceso una “transistor”1 che teneva sul cruscotto. Era un programma di canzonette urlate, proprio quelle che non potevo soffrire. Temetti che quel volgare diversivo lo avrebbe 25 → distratto nella guida, compromettendo ulteriormente la nostra corsa già tanto in ritardo. Lo detestai anche di più. In un sobbalzo del veicolo mi accorsi che sul cruscotto il mio nemico teneva anche una fotografia, di quelle con sotto scritto: “… vai piano, ti aspetto”. Era una ragazza sui diciott’anni; mi parve oltremodo graziosa, non marziana, certo: deliziosamente terrestre, o se mai celeste, nel senso delle madonne cantate dallo “Stil novo”2. La moglie del 30 → “foruncolo”? Impossibile: più verosimilmente la figlia. Quell’immagine m’incantò talmente che mi protesi a guardarla. Allora la mia antipatia per la nuca foruncolosa, per le assordanti canzonette, per lo sgangherato taxi si trasformarono capricciosamente in una rosata simpatia. E, quel ch’è più miracoloso, l’assillo dell’appuntamento mi si cancellò dal cuore per alcuni istanti. Furono gli istanti dell’arrivo. 35 → «Eccoci, signore» disse l’uomo frenando davanti a una casa di estrema periferia, quasi in aperta campagna. «Via Massaua». «Massaua?» gridai sgomento. «Ne sono ben certo. Ci abito anch’io, al numero 4. Quella casa…» e sorrideva con un’aria di compiaciuta solidarietà. 40 → «Ma io le ho detto Massaia: Cardinal Massaia!». «Massaia?» cadde quello dalle nuvole. «Si trova al capo opposto della città. Più di un’ora da qui. Io ho capito proprio Massaua...». «Mi avete rovinato» urlai. «Io vi strangolo». E in uno sfogo di furore, afferratolo per il bavero di coniglio, lo misi al corrente, con sconnesse ma persuasive parole, del mio 45 → irrecuperabile appuntamento, della sua importanza, di quell’autobus del Destino per me definitivamente perduto. Poi i nervi mi cedettero e piombai in una specie di deliquio. Quando rinvenni, in una rustica ma linda cucina, “vai piano ti aspetto” mi guardava con una tazza di brodo fra le mani; e io la sorseggiai fissando imbambolato quei meravigliosi occhi di cui m’ero invaghito mezz’ora prima. In piedi il taxista guardava me, con gli occhi 50 → rossi di pianto, nel suo giaccone di pelle. «Che posso fare per riparare, signore? Mi chieda tutto quello che vuole. Siamo povera gente io e mia figlia, ma…». «Tutto quello che voglio? Quella…» dissi. «Me la dia per moglie. O le brucio la casa». Questo il racconto (tutto vero, mi assicura) d’un mio stravagante amico. Certo, oggi un marito felice; e anche un genero felice: suo suocero non è un marziano e il foruncolo sulla 55 → nuca gli è perfettamente guarito. Non potrei giurare che tutto sia autentico al cento per cento. Il mio amico, da scrittore qual è, ha un po’ il gusto del racconto fantasioso. Ma comunque egli possiede da quel giorno, e me l’ha contagiata, una sua strana teoria sugli sconosciuti: sugli uomini che incontriamo per caso, magari per pochi attimi, nelle circostanze più banali. 60 → Sì, gli sconosciuti possono essere persone importantissime per noi. Proprio perché sconosciuti, può toccar loro di diventare arbitri del nostro domani: strumenti ciechi, ma scelti calcolatamente dal Fato per mutare la nostra rotta di vita. «Perché» dice quel mio amico «l’uomo dal foruncolo dirottò quel giorno il mio destino? Proprio perché non mi conosceva. Perciò non poteva in alcun modo entrare nella sfera dei miei interessi, delle cose 65 → che io ritenevo più importanti, e assecondarne il corso. E commise allora la gaffe3 di sbagliare strada… ossia di farmi imbucare quella giusta». Così per quanto mi riguarda, “diffido” sempre degli sconosciuti. Ma non già nel senso corrente e negativo di questo verbo. Al contrario, me ne preoccupo e me ne appassiono. Penso che non si tratti affatto di “sconosciuti”, benché sotto tale maschera si siano 70 → camuffati. Che, comunque, possano essere destinati – in breve tempo e per misteriose circostanze – a una grossa “carriera” nel mio curricolo esistenziale. Diventare mio suocero, come il taxista di via Massaua, o mio genero, o... Meglio allora guardarli in un altro modo, parlar loro con diverso interesse. Non cristallizzarne, come si fa con le farfalle e i coleotteri nella goccia di fenolo4, l’anima e il volto. Lasciarli volare: dalla crisalide d’uno “sconosciuto” 75 → possono prendere il volo bellissime farfalle.
1 “transistor”:
piccola radio portatile. |
A1.
Chi è lo sconosciuto che dà il titolo al racconto? (Rispondi
in munuscolo) |
A2.
Chi è lo sconosciuto che
dà il titolo al racconto? |
A3.
L’espressione “infausto
presagio” (riga 12) significa |
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(A) pronostico infallibile. |
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(B) evento imprevedibile. |
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(C) predizione del futuro. |
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(D) presentimento di sventura. |
A4.
Durante la corsa, qualcosa aumenta
il malumore del cliente. Individua le risposte corrette(C)/non corrette(NC). |
A5.
Definendo il taxista un “animale
uomo come me” (riga 15) il cliente |
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(A) intende esprimere il senso di ribrezzo e disgusto che il taxista provoca in lui. |
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(B) vuole sottolineare la rozzezza e la volgarità del taxista. |
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(C) tenta, riconoscendo quanto li accomuna, di vincere il senso di lontananza da lui. |
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(D) cerca di trovare un punto di contatto con il taxista per farselo amico. |
A6.
Durante la corsa in taxi l’atteggiamento
del cliente muta radicalmente. Che cosa produce questo cambiamento? |
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(A) La vista della fotografia della ragazza. |
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(B) Il suono della musica diffusa dalla radio. |
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(C) Il venir meno per un attimo della preoccupazione per l’appuntamento. |
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(D) La lettura della frase “… vai piano, ti aspetto” sul cruscotto del taxi. |
A7.
Perché il cliente pensa
che la ragazza non possa essere la moglie del taxista? |
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(A) È troppo diversa da lui. |
|
(B) È troppo giovane e bella. |
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(C) Non gli assomiglia per nulla. |
|
(D) Non ha nessun difetto fisico. |
A8.
Per descrivere la ragazza nella fotografia si usano due aggettivi che
si contrappongono al termine “marziano”. Quali sono? (Scrivili nelll'ordine in cui appaiono nel testo) |
A9.
L’espressione “vai piano ti aspetto”,
che funge da soggetto di “mi guardava” (riga 47),
indica |
A10.
La cucina della casa del taxista
viene descritta come “rustica ma linda” (riga 47)
per sottolineare che |
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(A) le persone che vivono nella casa sono pulite ma di cattivo gusto. |
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(B) le persone che vivono nella casa sono modeste ma dignitose. |
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(C) è una cucina arredata in maniera antiquata. |
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(D) è una cucina che rivela i gusti e le cure di una donna. |
A11.
Nel testo si passa a un certo punto da una narrazione in prima persona
a un’altra narrazione fatta sempre in prima persona ma da un altro
soggetto. Quale frase segna questo passaggio? (Invece di scrivere l'intera frase indica la riga) |
A12.
Nel testo il Destino è indicato anche con altri due termini. Quali? (Scrivili nelll'ordine in cui appaiono nel testo) |
A13.
Qual è il “destino”
che lo sbaglio del taxista realizza? |
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(A) L’incontro del cliente con la sua futura moglie. |
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(B) La rovina della carriera professionale del cliente. |
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(C) La perdita per il cliente di un appuntamento decisivo. |
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(D) Il mutamento di destinazione del viaggio del cliente. |
A14.
Alla fine della vicenda il taxista
e il suo cliente |
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(A) restano in conflitto uno con l’altro. |
|
(B) restano indifferenti uno all’altro. |
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(C) diventano amici. |
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(D) diventano parenti. |
A15.
Alla riga 57 la frase “egli
possiede da quel giorno, e me l’ha contagiata, una sua strana teoria…”
significa |
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(A) egli possiede una bizzarra teoria di cui mi ha convinto. |
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(B) egli possiede una personale teoria in cui io non credo. |
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(C) egli possiede una stramba teoria in cui avverto un pericolo. |
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(D) egli possiede una oscura teoria che ritengo superstiziosa. |
A16.
Quale delle affermazioni che seguono
esprime il nucleo centrale della “teoria sugli sconosciuti”
(righe 57-58)? |
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(A) Noi siamo gli arbitri del nostro destino. |
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(B) Certi incontri hanno un ruolo decisivo nel cambiare il corso della nostra vita. |
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(C) La nostra sorte dipende dalla volontà delle persone con cui veniamo in contatto. |
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(D) In ogni circostanza della vita ci sono aspetti negativi e aspetti positivi. |
A17.
Secondo il testo, gli “sconosciuti”
sono |
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(A) strumenti di cui il Destino si serve per attuare i suoi piani. |
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(B) persone che nascondono la loro vera identità. |
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(C) individui diversi e lontani da noi di cui è bene diffidare. |
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(D) uomini incontrati per caso in circostanze misteriose. |
A18.
Le parole “diffido”
alla riga 67, “sconosciuti” alla riga 69 e “carriera”
alla riga 71 sono scritte tra virgolette per segnalare che |
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(A) sono parole pronunciate da uno dei personaggi del racconto. |
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(B) sono parole che non fanno parte del linguaggio comune. |
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(C) sono parole che appartengono allo stesso campo semantico. |
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(D) sono parole usate con un significato particolare. |
A19.
Rileggi la frase: “Penso che non si tratti affatto di sconosciuti,
benché sotto tale maschera si siano camuffati.” (righe
69-70). Come si può sostituire la congiunzione “benché” senza cambiare il significato della frase? Penso che non si tratti affatto di sconosciuti |
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(A) finché sotto tale maschera si siano camuffati. |
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(B) affinché sotto tale maschera si siano camuffati. |
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(C) sebbene sotto tale maschera si siano camuffati. |
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(D) purché sotto tale maschera si siano camuffati. |
A20.
Indica quale delle frasi seguenti esprime il significato
dell’ultima frase del testo. “Lasciarli volare: dalla
crisalide d’uno sconosciuto possono prendere il volo bellissime
farfalle”. |
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(A) Lascia che facciano la loro strada: uno sconosciuto potrebbe diventare una persona famosa. |
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(B) Lasciali entrare nella tua vita: da un incontro inatteso può derivare uno sviluppo positivo. |
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(C) Lasciali perdere: un incontro inaspettato potrebbe destare speranze che non si realizzano. |
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(D) Lasciali andare: non cercare di trattenere chi è nato per volare. |
A21.
Quali caratteristiche ha questo testo? Rispondi con un Sì (S) oppure con un No (N) per ogni riga. |
A22.
Quale fra i seguenti titoli alternativi sintetizza meglio
il senso del racconto? |
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(A) Uno strano incontro. |
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(B) Un appuntamento mancato. |
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(C) Un fortunato imprevisto. |
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(D) Un’avventura in taxi. |
A23.
Il testo nel suo insieme invita il lettore ad avere verso
gli sconosciuti un atteggiamento di |
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(A) diffidenza. |
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(B) apertura. |
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(C) indifferenza. |
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(D) prudenza. |
PARTE PRIMA – TESTO B
1 urogallo:
altro nome per il gallo cedrone. |
B1.
I verbi “andiamo”, “fermiamoci”,
“raccogliamo”, “assaporiamoli”
all’inizio del testo hanno la funzione di |
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(A) rivolgere un invito alle persone che leggono. |
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(B) raccontare un fatto nel momento in cui accade. |
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(C) descrivere un fenomeno che si ripete abitualmente. |
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(D) dare un ordine alle persone che passano nel bosco. |
B2.
Con l’espressione “che hanno mille occhi
e mille orecchie” (riga 6) l’autore vuol dire che |
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(A) chi passa nei boschi è sempre osservato da altre persone. |
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(B) i boschi sono vigilati dalle guardie forestali. |
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(C) gli animali del bosco hanno sensi molto acuti. |
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(D) i boschi sono pieni di esseri viventi che guardano e ascoltano. |
B3.
Perché nel raccogliere i mirtilli si deve pensare
all’urogallo e al tordo (riga 9)? |
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(A) Per lasciarne anche agli uccelli che si nutrono di questi frutti. |
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(B) Perché l’urogallo e il tordo sono specie in via di estinzione. |
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(C) Perché è l’unico cibo di cui l’urogallo e il tordo si nutrono. |
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(D) Per non danneggiare piante protette dove gli uccelli si rifugiano. |
B4.
Tenendo conto di ciò che si dice nel testo da
riga 9 a riga 13, che cosa sono i “cantarelli”? |
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(A) Uccelli dal canto melodioso. |
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(B) Fiori di colore giallo. |
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(C) Funghi buoni da mangiare. |
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(D) Bacche commestibili. |
B5.
Qual è la ragione per cui l’autore raccomanda:
“Non accanitevi nella ricerca dei porcini.” (riga
14)? |
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(A) I porcini sono funghi rari e particolarmente pregiati. |
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(B) I porcini dell’Altipiano sono i migliori della loro specie. |
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(C) raccoglitori di porcini sono troppi e turbano gli equilibri dell’ambiente boschivo. |
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(D) L’eccessiva raccolta di porcini toglie una fonte di cibo agli animali selvatici della foresta. |
B6.
Nei primi due capoversi (righe 1-13), si parla di “cose”
che hanno a che fare con il senso dell’udito (U) e del gusto
(G) . Individua gli esempi per ognuno dei due sensi. |
B7.
Perché “disastro” (riga 28
e 29) è scritto tra virgolette? |
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(A) Per mettere in evidenza l’importanza di questa parola. |
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(B) Per far capire che quello che sembra un disastro in realtà non lo è. |
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(C) Perché si vuole segnalare che la parola disastro è usata come termine tecnico. |
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(D) Perché si riportano le esatte parole utilizzate dai guardaboschi e dai boscaioli. |
B8.
L’espressione “micro e macro fauna”
(righe 41-42) significa |
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(A) animali piccoli e grandi. |
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(B) animali domestici e selvatici. |
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(C) piante utili e dannose. |
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(D) piante di alto e basso fusto. |
B9.
La frase “Insomma gli interventi devono tendere
a correggere le forze negative della natura e a stimolare quelle positive”
(righe 43-44): |
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(A) approfondisce quello che è stato detto prima. |
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(B) anticipa quello che viene detto dopo. |
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(C) introduce quello che viene detto dopo. |
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(D) conclude quello che è stato detto prima. |
B10.
In latino “bosco”
si dice “silva”. Nel testo ci sono due aggettivi che derivano direttamente da questa parola. |
B11.
Perché “occorre
essere prudentissimi nel fumare una sigaretta” (righe 48-49)? |
B12.
Nella frase “Nessuna traccia dovrebbe restare
dopo il nostro passaggio: le persone civili non lasciano tracce.”
(righe 50-51), si potrebbero sostituire i due punti con un punto e virgola,
seguito da una congiunzione. Quale? |
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(A) Eppure. |
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(B) Quindi. |
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(C) Ma. |
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(D) Infatti. |
B13.
L’espressione “non sono per il bosco”
(riga 52) significa |
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(A) non sono una cosa buona per il bosco. |
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(B) non nuocciono al bosco. |
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(C) non hanno importanza per il bosco. |
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(D) non alterano il bosco. |
B14.
Perché durante i temporali
è pericoloso rifugiarsi sotto i larici e gli abeti? |
B15.
In questo testo numerose frasi hanno una funzione “regolativa”
(R), cioè la funzione di indurre il lettore a comportarsi in un
certo modo. Nella tabella che segue distingui le frasi che hanno questa
funzione (R) da quelle che non l’hanno (NR). |
B16.
Nel testo che hai letto sono presenti diversi temi. Indica quali nella tabella È un tema presente nel testo (TP) e quali Non è un tema presente nel testo (TNP). |
PARTE SECONDA GRAMMATICA C1. Quale delle seguenti parole, tutte derivate da “tabacco”, indica il luogo in cui si lavora il tabacco? |
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(A) Tabacchificio. |
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(B) Tabaccaio. |
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(C) Tabacchiera. |
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(D) Tabaccheria. |
C2.
In ognuna delle due coppie di frasi
che seguono, completa la seconda frase, che trasforma il discorso diretto
in discorso indiretto.
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C3.
Leggi la frase che segue. “Il comandante ordinò ai soldati di fortificare i punti più esposti dell’accampamento dopo che ebbe controllato la conformazione del terreno e disposto le sentinelle nei luoghi più opportuni.” In quale ordine avvengono le azioni espresse dai verbi utilizzati nella frase? |
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(A) Controllare, ordinare, fortificare, disporre. |
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(B) Ordinare, fortificare, controllare, disporre. |
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(C) Ordinare, controllare, disporre, fortificare. |
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(D) Controllare, disporre, ordinare, fortificare. |
C4.
Leggi le frasi nella prima colonna. In ogni frase il verbo “andare” è usato con un significato diverso. Metti in relazione le frasi della prima colonna con i significati di “andare” nella seconda colonna. Fai attenzione: nella seconda colonna ci sono due caselle in più. Scrivi in ogni rettangolo a oppure b ..... oppure g. |
C5.
Un commerciante si deve assentare per breve tempo dal
suo negozio e prepara un avviso da appendere alla porta. Quale dei seguenti testi è più completo, efficace e adeguato? |
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(A) Scusate, sono andato a fare la spesa. Torno fra poco. |
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(B) Il negozio è temporaneamente chiuso. Riapre più tardi. |
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(C) Il negozio è temporaneamente chiuso. Riapre alle 17. |
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(D) Sono uscito. Riaprirò il più presto possibile. |
C6.
Scrivi tutti i nomi contenuti nella frase che segue rispettando l'ordine
di successione. “L’esercito si mosse con rapidità e dopo un giorno di marcia raggiunse il luogo dello scontro.” |
C7.
Indica il significato dell’espressione idiomatica
in corsivo nella frase seguente. “Durante l’interrogatorio, l’imputato cominciò ad arrampicarsi sugli specchi.” |
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(A) Guardarsi intorno ansiosamente. |
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(B) Muoversi nervosamente sulla sedia. |
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(C) Inventare giustificazioni improbabili. |
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(D) Rispondere balbettando. |
C8.
Nelle seguenti frasi individua il soggetto e scrivilo negli appositi spazi.
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C9.
Scegli tra le quattro proposte la voce verbale che completa
correttamente la frase seguente. “Il pilota non ha chiuso la stagione delle corse come… ” |
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(A) aveva voluto. |
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(B) avrebbe voluto. |
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(C) ha voluto. |
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(D) avesse voluto. |